22 agosto 2025
Redazione Insieme a sinistra
Da non crederci, ma sono stati loro: i “liberali”. Ebbene sì, proprio loro.
“Liberali” che auspicano un utilizzo a favore della cittadinanza di un vecchio stabile (edificio scolastico costruito un secolo fa) che, tra due o tre anni, lascerà il posto ad una costruzione nuova di zecca (investimento da 13 milioni di franchi) che ospiterà gli alunni del Comune. Troppo bello, troppo grande, troppo incredibile. In effetti non siamo a Capriasca, ma a Magliaso.
Altre latitudini, altre visioni, altre considerazioni della cittadinanza e dei suoi bisogni.
I nostri di Capriasca, a dire il vero in foltissima compagnia, ingabbiati nel dogma liberista del meno stato, obnubilati da un pensiero unico, inchiodati ad un indicatore nemmeno dei più importanti [NB1 e NB2] li vedono (i vecchi edifici) unicamente come immediata (sic) fonte di reddito capace di tenere a bada, grazie alla loro alienazione, il Moloch del debito pubblico, irriducibile perenne nemico della cosa pubblica.
Quel fabbricato, che ha ospitato generazioni di allievi e allieve, oggi può e deve trovare una nuova vita. Ma quale? A chi destinarlo? Come trasformarlo in uno spazio utile, vivo, davvero al servizio della comunità? […]
Crediamo che il vecchio edificio scolastico possa diventare un centro civico, sociale o culturale, oppure uno spazio aperto a giovani, famiglie, creativi, artigiani, piccoli eventi. Ma prima di decidere, è giusto aprire la discussione e dare voce a tutta la cittadinanza.
Per il GRUPPO, da sempre attento al tema dell’educazione e alla promozione della partecipazione civica, questa non è solo una questione edilizia, ma una vera e propria occasione per rafforzare il senso di comunità e immaginare insieme il futuro del nostro paese.
Riflessioni, domande, spunti, suggerimenti da Basso Malcantone che, nella Pieve liberale, non hanno trovato orecchio e mente alcuna pronti a raccoglierli e a rilanciarli.
A Capriasca si vuole soltanto vendere. Si vorrebbe vendere. Nel frattempo, in attesa degli acquirenti, si lasciano deperire gli immobili (l’ultimo, in ordine di tempo, è l’ex casa comunale di Lugaggia, vuota e inutilizzata da due anni).
Ai liberali di Capriasca, e alla foltissima compagnia che li asseconda, di centri civici, sociali o culturali, di spazi aperti a giovani, famiglie, creativi, artigiani, piccoli eventi non gliene frega nulla. Roba per altri partiti.
Redazione IaS
NB1: il modello contabile armonizzato MCA2, per inquadrare la situazione economico-finanziaria di un Comune, raccomanda l’uso di 8 indicatori, di cui tre di PRIMA scelta: il Tasso d’indebitamento netto, il Grado di autofinanziamento, la Quota delle spese per interessi.
NB2: il lic.oec.HSG Marco Bizzozero, nel suo Indici e finanze comunali del novembre 1993, edito dall’Ufficio di Statistica, scrive a pagina 41: “Sebbene nella pratica l’impiego del debito pubblico come indice per la valutazione della consistenza finanziaria del Comune è molto diffuso, in futuro bisognerebbe cercare di evitare di basarsi su questo tipo di indice. La sua importanza va infatti relativizzata, in quanto è una grandezza difficile da interpretare, ed eventuali paragoni con altri Comuni non sempre sono attendibili. Non è che uno e probabilmente non il più importante indice, e la necessità di essere visto in un contesto molto più vasto, con il supporto di altri indici è molto più grande che per altri.”
NB3: dal 2009, primo anno completo dell’attuale forma istituzionale di Capriasca, al 2024 sono 16 gli esercizi contabili. Orbene, in 14 di essi (l’87.5% delle volte) Capriasca ha chiuso con un avanzo d’esercizio, per un ammontare complessivo di poco meno di 10.5 milioni di franchi