Insieme a sinistra sul MM 08/2024 sul Consuntivo 2023

Nel nostro rapporto di minoranza abbiamo voluto chiarire perché non siamo d’accordo su questo consuntivo, che nuovamente presenta un utile milionario. E non starò a ripetere quanto abbiamo scritto.

Voglio invece attirare la vostra attenzione su una parte molto importante dei consuntivi, quella degli indici di bilancio, “sentinelle” che informano sullo stato di salute economico-finanziaria dell’ente pubblico.

Il Modello Contabile Armonizzato 2, dal Comune applicato a partire dal 2021, raccomanda l’utilizzo di 8 indicatori, di cui 3 di primaria importanza.

Il Cantone, in deroga a MCA2, ne richiede solo 6, elevandoli però tutti al rango di “prima priorità”.

Un “pacchetto” di indicatori per verificare e valutare lo stato di salute del Comune e per prevederne l’evoluzione futura.

Non uno, ma sei indicatori; non di un solo anno, ma di una serie di anni.

Valori numerici a cui viene assegnato, con un aggettivo, un giudizio di merito: debole, sufficiente, medio, elevato, buono, eccessivo. Un termine spesso accompagnato, per una più immediata comprensione, dalla classica icona con la faccina che va dal corrucciato al sorridente.

E allora, che cosa ci dicono gli indicatori 2023 di Capriasca? Ne vengono presentati 9, e ci dicono che il Comune

  • è nella “media” per quel che concerne quota degli investimenti e quota di capitale proprio
  • è nella “media” per quel che concerne capacità di autofinanziamento e quota degli oneri finanziari
  • ha una “bassa” quota di spese per interessi
  • ha però un debole grado di autofinanziamento
  • e soffre di un debito pubblico netto eccessivo

Dati estemporanei, 2023, o dati consolidati? L’evoluzione di questi indicatori informa che a Capriasca, negli ultimi anni, la situazione è rimasta più o meno sempre la stessa.

  • La quota degli interessi è sempre rimasta molto bassa (abbondantemente sotto il 4%)
  • Il capitale proprio è cresciuto costantemente (era al 2.85% nel 2010, ora siamo all’11.85%)
  • La quota degli investimenti è sempre stata tra il medio e l’elevato
  • La capacità di autofinanziamento è risultata sempre più che sufficiente
  • La quota degli oneri finanziari non ha mai superato lo stato di “medio”
  • Il grado di autofinanziamento è passato dal buono all’ideale, dal sufficiente al problematico
  • Il debito pubblico è sempre stato elevato e, con il passaggio a MCA2, addirittura molto elevato

9 indicatori, di cui 5 positivi.

Un quadro che riflette, soprattutto, lo sforzo profuso nel recupero di infrastrutture fondamentali (basti ricordare che per la scuola primaria sono stati investiti quasi 30 milioni di franchi).

Un quadro tutt’altro che catastrofico. Un quadro che non dovrebbe spaventarci ma, al contrario, darci tranquillità e fiducia per gli anni a venire. I risultati contabili degli ultimi anni ci devono rassicurare. Ci mostrano che, in un contesto generale che si sta facendo più favorevole (calo dell’inflazione e dei tassi d’interesse) si può osare, si può osare un po’ di più.

Ma nella presentazione del consuntivo il Municipio preferisce porre l’accento su un unico aspetto, l’indebitamento lordo, “nemico” che va combattuto con tutte le forze e, ovviamente, ridotto a dimensioni più “confacenti” il più (velocemente) possibile. A suffragio dell’impostazione di pensiero si presentano 4 grafici, tre dei quali mostrano l’evoluzione dell’indebitamento (ricordo che nel 2020, ultimo anno di MCA1, i grafici erano una decina, e correttamente mostravano, accanto ad una tabella riassuntiva con i dati degli ultimi 10 esercizi contabili, l’evoluzione di tutti gli indicatori).

Non si distingue tra debiti e debiti. Emblematico è il “caso” del prestito di 5 milioni di franchi acceso nel dicembre 2022 per l’acquisto dello stabile ARL2: è nella lista dei “cattivi” ma, dallo scorso anno e per alcuni anni ancora, ci porta in dote un’entrata netta annua di oltre 160’000 franchi. Alla faccia del cattivo. Come non si può sottacere il fatto che il cambiamento di modello contabile, da solo, è stato causa di un incremento di oltre il 20% dell’attuale debito netto pro capite.

Certo, nessuno nega che Capriasca ha un debito pubblico molto elevato (indicatore di prima priorità), ma nessuno può negare che presenta anche una bassissima quota di spese per interessi (altro fondamentale indicatore di bilancio): su 100 franchi di entrate solo 2 franchi e 14 centesimi sono “dirottati” al pagamento degli interessi. Personalmente non mi preoccuperei dei 2 franchi, ma piuttosto di dove e come impiego gli altri 98.

E nessuno può negare che ci sono ancora bisogni da soddisfare: penso ad una palestra, alla manutenzione e miglioria dei nostri stabili, alla politica sociale e a quella giovanile.

Bisogni che dobbiamo e possiamo soddisfare perché siamo un Comune tutto sommato solido: nella gerarchia cantonale la nostra forza finanziaria è in costante aumento; una forza confermatami anche da un paio di funzionari cantonali contattati di recente per verificare la fattibilità di implementazione di alcuni progetti.

Il nostro gettito fiscale, grazie anche al fatto che è generato quasi esclusivamente dalle persone fisiche, ci dà la possibilità di programmare il futuro con una certa tranquillità.

E arriverà anche il momento del raggiungimento della cima della montagna e allora lì si potrà finalmente riprendere fiato e piano piano far scendere anche il nostro debito pro capite.

Vi chiedo cari colleghi: di cosa dobbiamo avere timore? Di utilizzare le risorse per dare i servizi alla cittadinanza? Di avere cura delle persone che abitano in Capriasca e specialmente di chi è nel bisogno? Di investire denaro e tempo per conservare ciò che abbiamo e preservare il territorio? Lo facciamo per i nostri concittadini. A questo devono servire i tributi che paghiamo….

Per tutte queste considerazioni, Insieme a sinistra non vuole accodarsi a chi dice che siamo in braghe di tela.

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