12 giugno 2025
Redazione Insieme a Sinistra
Consuntivo 2024 del comune di Capriasca.
Risultato dell’esercizio?
Un AVANZO di 499’742.25 franchi.
Una buona notizia, sembrerebbe (soprattutto se si tien conto del fatto che si tratta dell’ottavo utile d’esercizio consecutivo…per un totale di 6 milioni e mezzo di franchi). La conferma viene dallo stesso esecutivo che, nelle CONSIDERAZIONI GENERALI, a pagina 4 scrive: “Siamo per la prima volta, dopo oltre 10 anni, riusciti a chiudere con un risultato globale positivo, considerando, come si dovrebbe, oltre al risultato d’esercizio anche quello degli investimenti. L’onere netto per investimenti è stato nell’anno più che coperto dall’Autofinanziamento, il che è molto positivo e ci ha consentito di non ricorrere ad un ulteriore indebitamento bancario per far fronte alla considerevole mole di investimenti.”
Ma, poche righe oltre: “A preoccupare rimane sempre il forte debito complessivo (Capitale dei terzi) del Comune, con il quale dovremo necessariamente convivere ancora per i prossimi anni. Esso ammonta a fr. 76.48 Mio ed è costituito in grande misura dagli impegni presso Istituti finanziari (pari a fr. 72.4 Mio).”, nonostante il fatto che si tratti (pagina 6) di “[…] un debito responsabile, in quanto contratto per opere che portano benefici a lungo termine in favore della nostra collettività.”
Non è più nemmeno un chiodo fisso.
Quella del debito pubblico è diventata oramai una vera e propria ossessione (già più di trent’anni fa Marco Bizzozero, lic oec HSG, nel suo “Indici e finanze comunali”, fondamentale documento di riferimento edito nel 1993 dall’Ufficio cantonale di statistica, riferiva che “l’impiego del debito pubblico pro capite [con il 91% degli intervistati] risulta ancora essere l’indice maggiormente utilizzato” dai comuni ticinesi).
Eppure, scrive sempre Bizzozero a pagina 41 del suo approfondimento (evidenziazioni della redazione): “Sebbene nella pratica l’impiego del debito pubblico come indice per la valutazione della consistenza finanziaria del Comune è molto diffuso, in futuro bisognerebbe cercare di evitare di basarsi su questo tipo di indice. La sua importanza va infatti relativizzata, in quanto è una grandezza difficile da interpretare, ed eventuali paragoni con altri Comuni non sempre sono attendibili.
Non è che uno e probabilmente non il più importante indice, e la necessità di essere visto in un contesto molto più vasto, con il supporto di altri indici è molto più grande che per altri. È necessario considerare innanzitutto tutti gli elementi che compongono il debito pubblico, come per esempio:
- Il grado di realizzazione delle opere necessarie alla comunità
- La potenzialità fiscale del Comune
- L’evoluzione della popolazione
- La situazione economica generale
Alla semplice costatazione dell’ampiezza dell’indebitamento occorre contrapporre la valorizzazione delle infrastrutture realizzate e valutare la consistenza degli eventuali debiti occulti, cioè quelle opere ritenute necessarie ma non ancora realizzate.
Il debito pubblico può essere elevato ma tutte le opere sono già state realizzate o, viceversa, esso è molto basso ma restano ancora molti investimenti da realizzare; oppure il debito pubblico è molto elevato ma il Comune dispone di un elevato gettito d’imposta.”
Debito pubblico: una fisima che obnubila le menti, uno spauracchio regolarmente sventolato sotto gli occhi di cittadini e cittadine capriaschesi.
Che abbia ragione Amilcare Puviani con la sua Teoria dell’illusione finanziaria?
“Economista (1857-1907). Insegnò nelle università di Bologna e di Perugia. Studioso di finanza pubblica, nella sua Teoria dell’illusione finanziaria (1903) ha argomentato come la scarsa conoscenza da parte dei cittadini (per loro ignoranza o per opacità delle procedure) dei meccanismi che regolano le entrate dello Stato e le modalità di finanziamento delle spese pubbliche produca nei contribuenti valutazioni erronee sulle effettive finalità delle scelte politiche, che sono sfruttate dalle classi dominanti a svantaggio dei meno abbienti.”
(www.treccani.it/enciclopedia)